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Punti di sospensione

Scritto da Giovanni Pallotta il . Pubblicato in Punteggiatura.

I punti (o puntini) di sospensione detti anche punti sospensivi e anche tre puntini si impiegano per segnalare un'interruzione, un doppio senso, un'omissione, per preparare una battuta, per manifestare sorpresa o imbarazzo. Generalmente sono sempre in numero di tre. Ma questa è una convenzione recente, e tuttavia sempre più rispettata dalla totalità delle case editrici. Bice Mortara Garavelli (Prontuario di punteggiatura 2003 : 112) li chiama anche «puntini di reticenza» e annota non molto convintamente: «Tre, secondo le convenzioni stabilite e raccomandate; più di tre ad arbitrio degli scrittori», chiamando subito dopo a testimone Gadda che ne usa sempre quattro (p. 112).

Nella grammatica di Migliorini (1941:192), i puntini sospensivi sono elencati genericamente fra i segni di punteggiatura e accompagnati da un esempio del Manzoni con quattro punti. Ugualmente Trabalza e Allodoli (1934:21) negli esempi riporta tre, quattro e anche cinque punti di sospensione. Ma già in Battaglia-Pernicone (1954:70) si trova raccomandato l'uso dei tre punti nelle interruzioni e nelle sospensioni, mentre la stessa grammatica, trattando delle virgolette, fa uso di cinque punti negli esempi di omissione (p. 73).

Nella codifica dei caratteri anzi si trovano i tre punti disegnati come singolo glifo, in luogo della battitura di tre punti consecutivi (in Windows ottenibile con alt+0133, in Mac option+).