Copertina
Copertina è conio relativamente recente, il cui uso si è affermato a partire solo dalla seconda metà dell'Ottocento. Il termine storicamente in uso è coperta. Le prime copertine furono certamente introdotte, come il termine stesso suggerisce, a protezione del contenuto. In origine erano costituite da semplici strisce di cuoio avvolte intorno al libro eventualmente fermate per mezzo di lacci che si annodavano sul piatto o sul taglio e tenevano chiuso il libro. La funzione di protezione della copertina si ritrova già nel volumen o rotolo il quale aveva un foglio esterno detto protocollo sul quale si riportavano a volte autore e titolo dell'opera, incollato successivamente alla fabbricazione del rotolo. La toga un'ulteriore protezione in stoffa o in pelle accoglieva il rotolo prima di essere deposto nella capsa, una cassa che faceva le funzioni dello scaffale. (Luisa Miglio, Il libro manoscritto in Bertolo F.M. et alii, Breve storia della scrittura e del libro, Roma : Carocci Editore, 2004, pp. 9-11)
Genericamente, la copertina rappresenta il rivestimento esterno di un libro. Essa può pensarsi costituita dal quadrilatero, in genere un rettangolo, costruito affiancando due pagine aperte (piatti o specchi) separate da un rettangolo (dorso o costa) di pari altezza e di larghezza pari allo spessore dei fogli che compongono il libro (vedi in proposito uno schema di costruzione riferito alla copertina brossurata).
Le facce esterne della copertina di un libro si dicono rispettivamente piatto anteriore e posteriore, mentre quando ci si intenda riferire anche alle facce interne si chiamano prima di copertina (I) e quarta di copertina (IV) le facce esterne, seconda (II) e terza (III) di copertina le facce interne.
Con riferimento al tipo di legatura utilizzato, parliamo di copertina morbida o copertina in brossura (o in maniera equivalente anche copertina brossurata) nel caso della rilegatura in brossura, copertina rigida detta anche copertina cartonata nel caso della legatura editoriale. A volte si sente parlare di copertina semirigida in presenza di una legatura all'olandese, per indicare una copertina olandese.
Da un punto di vista concettuale, alla sovraccoperta, ove esista, sono affidate le stesse funzioni comunicative della copertina.
Calcolo del dorso
Il dorso o costa è la parte del libro che corrisponde genericamente allo spessore dei fogli.
Naturalmente qualora si tratti di un volume cartonato dovrà tenersi conto dello spessore delle copertine, il cui spessore (l'anima di cartone) da solo può variare dal millimetro al millimetro e mezzo e oltre. Si può ritenere con sufficiente approssimazione che il dorso di un volume con rilegatura editoriale sia 4 millimetri maggiore del relativo dorso in brossura. Inoltre qualche millimetro in più potrà richiedere la realizzazione di un dorso tondo, che geometricamente rappresenta l'arco sotteso alla corda costituita dal dorso cosiddetto 'dorso quadro'. Questo ha importanza oltre che per il calcolo del dorso, soprattutto per il calcolo della sovraccoperta, ove prevista.
In generale poi, lo spessore del dorso può variare da pochi millimetri a diversi centimetri. In genere, a parte i dizionari e le opere di carattere enciclopedico, le misure raramente eccedono i 4 cm. Laddove la corposità dell'opera richieda un numero di pagine che produce un dorso troppo spesso si preferisce in genere agire sul tipo di carta e sulla sua grammatura al fine di ridurre gli spessori.
La stampa del dorso, come è ovvio, è utile per rintracciare i libri all'interno di uno scaffale o in una pila di libri.
Una volta stabilito in via definitiva il numero di pagine del volume da stampare, il metodo più efficace per il calcolo del dorso consiste nel preparare un facsimile del volume, un esemplare contenente fogli senza stampa, realizzato con lo stesso tipo di carta e lo stesso numero di pagine previsti nell'edizione finale e misurandone il dorso. Questo metodo, oltre a misurare con precisione lo spessore del libro, consente di valutare anche l'impatto del volume sul lettore, sconsigliando dorsi troppo grandi o spessori inadeguati alle dimensioni del volume.
Un secondo metodo, meno preciso del precedente ma in grado di produrre risultati affidabili e accettabili nella gran parte dei casi, consiste nel misurare lo spessore di 100 fogli della carta che sarà impiegata nella stampa del volume e poi, detti N il numero delle pagine totali del libro, S lo spessore misurato del in mm dei 100 fogli e d la misura del dorso da calcolare, ricavare lo spessore cercato attraverso una semplice proporzione:
2 x 100 : S = N : d, cioè d = N x S / 200
In un terzo metodo facile da utilizzare e rapido nei calcoli, sebbene ancor meno preciso dei precedenti, si assume, abbastanza verosimilmente, che lo spessore di 100 fogli di carta 'normale' corrisponda in mm a 1/10 del valore numerico espresso dalla grammatura. Così, per esempio, 100 fogli di carta 100 g/m² hanno uno spessore di 10 mm, 100 fogli di carta da 135 g/m² mostrano uno spessore di 13,5 mm e così via. Rifacendo i calcoli come nel caso precedente, si può calcolare lo spessore del libro.
Per un utilizzo pratico e immediato, soprattutto a fini preventivi, ci si può servire di questo metodo. In fase di produzione del volume, sarà tuttavia necessario trovare conferme ai calcoli così effettuati, attraverso l'utilizzo dei metodi illustrati in precedenza.
Copertina del libro
Il termine copertina è conio relativamente recente, il cui uso, relativamente al mondo dei libri, si è affermato a partire solo dalla seconda metà dell'Ottocento. Il termine più a lungo utilizzato è certamente coperta, ancora in uso nel linguaggio settoriale della legatoria. Le prime copertine furono certamente introdotte, come il termine stesso suggerisce, a protezione del contenuto.
Elementi del dorso
Il dorso del libro è sempre stampato (vedi stampa del dorso). Gli elementi che compaiono nel dorso di un libro sono gli stessi contenuti in copertina o nel frontespizio, eventualmente abbreviati e riequilibrati purché sufficienti all'identificazione del volume:
[autore] [curatore]
titolo del libro [sottotitolo]
[nome della collana] [numero di collana]
[editore].
A seconda delle edizioni e delle case editrici, le voci in parentesi quadra possono eventualmente mancare.
Il dorso del libro accoglie il titolo, eventualmente abbreviato per necessità, come si legge nel frontespizio senza che sia apportato alcun tipo di cambiamento nell'ordine delle parole. Sono riportati nel dorso anche gli altri elementi del frontespizio, intendendo in questo caso però privilegiare colpo d'occhio, pulizia compositiva e facilità di lettura, in modo da facilitare la lettura del dorso del libro posto nello scaffale o poggiato orizzontalmente in una pila.
L'autore quando esiste raramente è omesso. In particolare, se lo spazio è sufficiente, per un libro a più mani si riportino i nomi degli autori, anche se numerosi. Per contro il curatore anche in assenza di un autore, come accade nei volumi collettanei, quasi sempre è sottaciuto. Quando è riportato, nei libri che non hanno autori, spesso si fa a meno della dicitura "a cura di", equiparando graficamente in tal modo il curatore all'autore. Anche il sottotitolo, benché presente in copertina, non trova di solito posto nel dorso. Non manca quasi mai invece nei libri in cui è esplicativo del contenuto, in collane o volumi multipli il cui il titolo comune rimanga troppo generico per fare la differenza fra i volumi. Per esempio, Giulio Ferroni, Storia della Letteratura Italiana.
Per i volumi appartenenti a una collana, come titolo nel dorso deve essere riportato il titolo che quel volume ha nella collana. Il nome della collana e il numero del volume in collana può essere aggiunto nelle diciture del dorso, se lo spazio è sufficiente: così Laterza, Einaudi, Mondadori, Il Mulino. Per l'editore si trova tanto il logotipo quanto la marca, o entrambi.
Nelle opere costituite da più volumi raccolti sotto un unico titolo (enciclopedie, vocabolari, ecc.), la designazione del singolo volume che fa parte di una pubblicazione multivolume (vol. 1, A-D, ecc.) deve essere aggiunta al titolo dell'opera nel dorso.
ISBN
ISBN sta per International Standard Book Number, un identificativo internazione del prodotto librario dal 2008 formato definitivamente da 13 cifre in sequenza e costruito come un EAN (European Article Number) per quanto riguarda il codice a barre corrispondente. Fino al 2008, l'Isbn era costituito da 10 cifre che per l'applicazione del codice a barre sui prodotti, però, un algoritmo provvedeva a trasformare in EAN, sempre di 13 cifre.
Spesso, anche negli ambienti specializzati, con evidente ridondanza, si sente parlare di "numero Isbn".
L'Isbn deve essere attribuito a ogni opera edita. Se la stessa opera viene pubblicata in due formati diversi, oppure una rilegata in cartonato, per es., e una rilegata in brossura devono essere attribuiti due numeri diversi, così come per edizioni limitate, di lusso, cofanetti, ecc. L'Isbn si conserva uguale nelle ristampe del medesimo volume, anche se di edizioni diverse, rivedute o corrette.
Nelle edizioni elettroniche l'Isbn deve essere messo nella stessa pagina del titolo/frontespizio o se la pubblicazione la prevede nella pagina del copyright. Al libro pubblicato sia in versione cartacea che in e-book dovranno essere attribuiti due diversi codici ISBN. Se l'e-book inoltre è distribuito in diversi formati (ad esempio kindle, epub, nook, .lit, .pdf, .html) dovrà essere utilizzato un codice ISBN per ogni formato.
Il codice Isbn, opportunamente diviso, deve essere riportato anche nell'interno del libro e lo si trova quasi sempre nel colophon o in una pagina a fine volume che fa ancora funzioni di colophon, inseme al "finito di stampare". Ugualmente importante è mantenere le dimensioni dei rispettivi codici a barre sempre vicine agli standard richiesti, anche se sono tollerabili perché ancora funzionali riduzioni fino al 40% della dimensione prescritta.
La posizione raccomandata per il codice a barre dell'Isbn è la quarta di copertina, nel quadrante in basso a destra, preferibilmente verso il dorso, ma lo si può trovare comunemente, come è naturale, a seconda degli editori, anche in altre posizioni. Le dimensioni raccomandate (fattore di ingrandimento 1) sono mm 37,29 x 22,45 (formato standard), ma su supporti lisci che assicurino una stampa nitida e accurata le dimensioni (fattore di ingrandimento 0,8) possono essere ridotte a 29,83 x 21,01 mm (formato ridotto). Il codice a barre dell'Isbn riporta sempre nella parte alta il codice Isbn scritto con carattere OCR B.
È necessario per garantire facilità di lettura alla penna ottica stampare sempre su bianco il codice a barre, quindi se necessario 'scavare' un rettangolo bianco nell'eventuale fondo colorato e posizionarvi il codice. I colori consentiti per la stampa del codice a barre (perché siano leggibili dallo scanner) sono il nero, blu, verde e marrone su fondo bianco, sempre preferibile, o in alternativa giallo o rosso. I colori non consentiti per il fondo sono verde, blu, marrone, oro, argento e nero, dal momento che non è possibile stampare in negativo il codice a barre. Sul sito www.isbn.it è consultabile la tabella colori.
In Italia l'ISBN è rilasciato, a pagamento, dall'Agenzia Isbn per l'area di lingua italiana (www.isbn.it) agli editori che ne facciano richiesta. L'acquisto minimo di numeri Isbn è di dieci unità. Il numero di cifre contenute nel blocco editore + libro è sempre uguale a 7. A un minor numero di cifre nel blocco editore corrisponde un più alto numero di codici isbn disponibili e, viceversa, un numero più alto di editori potrà contare su un numero ristretto di codici, anche solo 10 nel caso che il gruppo libro sia costituito da una sola cifra. E infatti piccoli numeri nel gruppo editori sono riservati ai grandi editori che hanno necessità di elevate quantità di codice Isbn.
Risguardi
I fogli bianchi all'inizio e alla fine del volume, per parte incollati all'interno della copertina rigida, sono detti usualmente risguardi, risguardie (endpapers) o sguardie o anche fogli di guardia.
Per la risguardia si può impiegare carta diversa da quella utilizzata per la stampa del'interno del volume. La scelta di elezione è la carta uso mano, per la capacità di tenere la colla che questa carta dimostra. È possibile in particolare conseguire effetti gradevoli attraverso l'utilizzo di carte colorate da abbinare con il rivestimento esterno o che richiamino più o meno esplicitamente caratteristiche grafiche, cromatiche o concettuali dell'interno.
Le risguardie possono anche essere stampate, con colore unico o in quadricromia. Scegliere un soggetto per le risguardie (unico o ripetitivo) non è operazione semplicissima. Col tempo la grafica scelta potrebbe rapidamente invecchiare o risultare ingombrante, togliendo inevitabilmente valore al volume. È preferibile orientarsi su immagini delicate e non invadenti o icone ripetute a formare un pattern. Illustrazioni e motivi utilizzati nella stampa delle risguardie, riprodotti a scopo non esclusivamente decorativo, devono essere ripetuti nel testo dal momento che spesso le risguardie possono andare perse, strappate o coperte da una nuova legatura. Questa caratteristica attiene più alla legatura che al contenuto del libro. Le risguardie infatti sono presenti solamente nella rilegatura cartonata detta anche editoriale e nella copertina all'olandese. Sono invece assenti nella brossura. Per tale motivo non inserisco le risguardie fra le parti del libro.
Sovraccoperta
Per realizzare la sovraccoperta di un libro si parte da una striscia continua di carta avente altezza pari a quella del volume a cui è destinata e lunghezza tale da potersi avvolgere tutta intorno alla copertina, quindi pari almeno alla larghezza del dorso più il doppio della larghezza di una pagina più 15-20 centimetri almeno per i due risvolti (le due alette).
La sovraccoperta è un elemento mobile del libro, completamente staccabile e attaccata al volume solo attraverso i lembi ripiegati all'interno della copertina. Solo in rari casi (forse rarissimi) la sovraccoperta è tenuta alla copertina con qualche punto di colla. A causa di questa 'precarietà', siccome non è poi così difficile che la sovraccoperta definitivamente separata dal libro vada smarrirla, è prudente non affidare mai informazioni esclusive alla sovraccoperta, che non siano riportate anche nella copertina sottostante e/o nelle pagine interne del volume.
La stampa delle sovraccoperta, detta anche sopraccoperta, avviene in sola bianca (solo sulla faccia esterna), nella quale si riportano tutti gli elementi distintivi del libro così come troverebbero posto in copertina. La sovraccoperta è un elemento mobile che ha una funzione di rivestimento del libro: non ha, tranne che in casi eccezionali, punti di incollaggio ed è tenuta al libro esclusivamente tramite i risvolti che si ripiegano all'interno della copertina. Presentandosi come una seconda veste del libro, si trova di preferenza in edizioni di pregio o che intendono qualificarsi tali.
Di norma la sovraccoperta fa tutte le funzioni della copertina, presentando il libro in tutti i suoi elementi ed escludendo per solito una stampa altrettanto completa nella copertina sottostante.
La sovraccoperta è spessissimo utilizzata con una copertina rigida (legatura editoriale o hardcover) della quale si presenta come il naturale complemento, ma non sono rari i casi di sovraccoperte su materiali morbidi e rilegature in brossura impiegate al fine di accrescere l'appeal del volume.
Per quanto riguarda i materiali utilizzati, si trovano carte patinate e non, plastificate o meno, stampate con inchiostri metallici, con impressioni a secco, doratura e verniciatura parziale, e di varia grammatura a seconda degli effetti che si vogliono conseguire.
La progettazione di una sovraccoperta segue le linee della brossura con alette. Le differenze, oltre all'ovvio adeguamento del formato che potrebbe sensibilmente aumentare nel caso di un cartonato, sono date dalla diversa percezione del dorso, che, in assenza di spigoli vivi, nella sovraccoperta sembra non avere limiti netti che lo separino dai piatti, della qual cosa bisogna far conto in fase di progettazione.
I risvolti della sovraccoperta non sono sempre stampati, ma possono accogliere notizie sull'autore o messaggi di sponsor o di testimonial.
Stampa del dorso
La stampa del dorso è regolata dalla ISO 6357:1985 Spine titles on books and other publications.
Nell'editoria delle prima metà del secolo scorso, la stampa del dorso seguiva un criterio unico: le diciture relative al dorso si stampavano in un solo senso di lettura, in modo cioè da poterle leggere dal basso verso l'alto una volta riposto il libro nello scaffale.
Alla base di questo comportamento tipografico ci sono le abitudini di lettura in uso fra gli occidentali, da sinistra a destra e dall'alto in basso. Generalmente di fronte a uno scaffale, in ossequio a convenzioni e abitudini lungamente contratte, scorriamo i libri da sinistra a destra, il che per le nostre abitudini di lettura richiede che il senso di lettura adottato nei dorsi sia dal basso verso l'alto.
Questa 'verità' è stata messa in discussione dall'editoria moderna sulla base dell'osservazione che un dorso stampato dal basso verso l'alto appare capovolto per un volume chiuso, poggiato per esempio sul tavolo, con la copertina verso l'alto. Da qui, la tendenza a stampare il dorso dall'alto in basso si è generalizzata al punto da considerare in gran parte inadeguato o addirittura sbagliato il verso di stampa per anni adottato dall'editoria tradizionale. Il Chicago Manual of Style non ammette alternative per la stampa del dorso e raccomanda la stampa di testi la cui lettura sia dall'alto in basso. Da tempo segue questa regola la maggior parte dei grandi editori italiani: Einaudi, Il Mulino, Laterza, Rizzoli, Mondadori, Bompiani, mentre resistono sulle posizioni tradizionali Vallardi, Garzanti.
Anche l'ISO 6357:1985 Spine titles on books and other publications raccomanda di utilizzare una stampa trasversale (orizzontale) del dorso ogni volta che questo è possibile, e perché lo spessore del dorso lo consente e/o perché il titolo o l'autore o anche uno solo dei due è molto breve e contenuto (fig. a).
Quando la stampa trasversale non è possibile, deve essere adottata la stampa discendente del titolo, che per l'ISO 6357 rappresenta uno standard (fig. b). Solo come seconda opzione si scelga una stampa del dorso ascendente, considerata non standard (fig. c).
Nelle pubblicazioni in cui un ridotto numero di pagine non consente la formazione di uno spessore sufficiente a permetterne la stampa — spesso sono ragioni di leggibilità a stabilire se il dorso può essere stampato —, la dicitura stabilita per il dorso si stamperà sul piatto in vicinanza del bordo, seguendo l'orientamento di fig. b).
In ultimo l'ISO 6357 raccomanda di non includere informazioni essenziali nel dorso per un'altezza di 30 mm dal limite inferiore, che rimane solitamente a disposizione delle biblioteche per l'applicazione di etichette adesive relative ai processi di catalogazione.